Mi chiamo Marco e sono un appassionato di Liuteria e strumenti musicali.
La sempre più crescente passione per la liuteria mi ha spinto tre anni fa ad iniziare un progetto molto ambizioso, quello di realizzare la mia prima chitarra di liuteria.
La mia particolare attitudine alla meccanica e al disegno CAD hanno fatto si che nel tempo il percorso di studio Liuteristico autodidatta convergesse sempre maggiormente verso la progettazione tridimensionale e al controllo numerico al fine di unire due mondi apparentemente molto distanti tra loro: da una parte l'arte del liuto per tradizione estremamente viva e carica di sensazioni dettate dal continuo contatto con il legno (non dimentichiamoci che il legno è vivo, respira, muta inevitabilmente nel tempo ma soprattutto parla, anzi quello per liuteria canta, e come se canta...) ma allo stesso tempo con una forte componente variabile sul risultato a causa della bassa ripetibilità della lavorazione manuale mentre dall'altra l'altissima precisione e garanzia di ripetibilità offerta da un sistema governato solamente da leggi matematiche, totalmente esente dall'errore umano, e con il grande vantaggio di raggiungere livelli di complessità nelle lavorazioni difficilmente raggiungibili da una seppur molto esperta mano libera.
Molte sono le evidenze nella storia della liuteria elettrica che hanno dimostrato che dalla stessa linea di produzione o dalla stessa mano uscirono negli anni strumenti, a parità di modello e di metodologie costruttive, estremamente differenti fra di loro dal punto di vista sonoro.
I legni, a discapito di ciò che molti possano pensare, fanno la differenza anche nella liuteria elettrica ed uno strumento ben suonante si fa sentire, e si deve far sentire, a strumento spento e senza elettrificazione.
Nella storia della liuteria classica il grande Maestro Stradivari, allievo dell'altrettanto grande Maestro Nicolò Amati, ha lasciato al mondo liuteristico, attraverso le sue opere, oggetto di studio per i secoli successivi.
Sapeva “leggere” come pochi, il legno da usare, il composto di silicato di potassio e calcio che lui usava per la preparazione dei legni conferiva particolarità e unicità al suono, geometrie, curvature , spessori e inclinazione del legno sono stati teatri di ricerca e di crescita e ancora oggi, a distanza di tre secoli, il mistero che avvolge il processo delle sue vernici fa comparire il suo nome sugli articoli di giornale. Ma forse il vero motivo che rese gli Stradivari, Stradivari, oltre alla mano del Maestro, sta nel fatto che in quei primi anni del 700 si visse in una piccola era glaciale, insistentemente piovosa, che permise la crescita solo di alberi i più forti e resistenti, che il Maestro sceglieva personalmente in Val di Fiemme in Trentino.
Nella liuteria elettrica, oltre al contributo offerto dalla qualità e dalle tipologie ed accostamenti del legname impiegato nelle varie parti, a costituire il suono dello strumento confluiscono diversi altri fattori di non minor importanza tra cui la verniciatura, i pickups, la precisione e l'accuratezza degli accoppiamenti e degli incollaggi, le finiture, la qualità del ponte e delle meccaniche.